giovedì 30 dicembre 2010

Una scatola chiusa

Si chiama Marzia,
e lavora per un'ONG in capitale.
Prendendo il bus,il giorno di Natale
è arrivata fino a Kabarondo nel pomeriggio.
Un saluto veloce e poi via verso Bare,
dove ha trascorso con noi qualche giorno,
mettendosi in gioco, con umiltà, rispetto,e
lo stupore di chi non si ferma, ed è in ricerca.
Credo che dobbiamo ringraziare di questo dono:
l'amicizia alimenta la condivisione,
che diviene più forte quando non ci si accontenta,
e si prende una “scatola chiusa” nell'incontro con l'altro.
Così è stato per noi
...e così per lei.
Sporcandosi le mani a raccogliere fagioli,
improvvisando una partitella coi bimbi di casa,
nella preghiera a lume di candela...
Ed è anche per questo che festeggeremo insieme
l'anno che se ne va accogliendo il nuovo:
una cena semplice, a casa sua, preparata insieme.
Ripercorrendo questi ultimi dodici mesi,
che custodiamo nel cuore,
provando ad immaginare gli scenari
dei prossimi,qui,
dove Dio viene per riposare ogni sera.

Aciascuno di voi,
buon anno,umwaka mwiza!

matteo

venerdì 24 dicembre 2010

che stupida....

che stupida....ho cercato tanto un segno...mi sono comprata un presepe...
è vero: l'essenziale è invisibile agli occhi...
ho capito... io, il presepe, lo sto vivendo. Ci sono dentro. Qui a Mukarange. Qui nelle case Amahoro.
L'augurio migliore che ho per voi è questo.
auguro a ciascuno di voi di poter vivere questo Santo Natale come lo sto facendo io. Non tanto per l'essere in Rwanda, quanto per essere uno dei personaggi: aspettando con impazienza davanti alla capanna la Venuta del Nostro Salvatore.

con Amore
                    NOHELI NZIZA CYANE CYANE

giovedì 23 dicembre 2010

Noheli Nziza...

Accendo un fiammifero per dare un po' di luce
alla stanza mentre vi scrivo.
Un'ombra sul muro,prende forma,
non è perfetta,ma conosciuta.
Un'ombra soltanto,perchè nella statuetta
che ho trovato qui,in un negozio di artigianato,
hanno ricavato tutta insiemela Sacra famiglia.
Un solo pezzo di legno,che rimarca l'essenzialità
di un Natale in Rwanda.
Veglieremo qui a Mukarange,
per poi spostarci nelle altre case,proprio nel luogo,
(anche se in una casa diversa)
dove il progetto Amahoro,è venuto alla luce.
Segno di speranza,in un paese allora
segnato dalla guerra.
Mi piace l'immagine della cappella
di Mukarange, costruita,ci hanno detto,
come due mani strette in preghiera
Mi raccolgo così,in silenzio,
perchè oggi Gesù viene
ancora una volta.
E ancora.
Per ognuno di noi.

Buon Natale.

Un abbraccio, a ciascuno.

Matteo

mercoledì 22 dicembre 2010

nevicherà pure qui???!!!

Istruzioni per l'uso: non è obbligatorio leggerlo tutto in una volta. Per questo la divisione in “capitoli”


Ore 21:54 21 dicembre 2010
Mukarange

Siamo arrivati qui ieri sera, anzi, tardo pomeriggio, prima del vespro... e di 5 rosari in stecca...leggeri....
Stamattina, per commissioni varie, siamo andati a Kigali. Soli. Io e Matte. La prima volta completamente esclusivamente solamente NOI!
È stato proprio bello. Faticoso diverso libero.
Mi sono comprata... anzi, ho fatto comprare alla casa, delle candele della carta e dell'incenso. L'ho fatto dopo l'ennesima telefonata dall'Italia in cui la mia salute psicofisica veniva dopo: prima i rimproveri per il mio poco scrivere. Anzi, per il mio “scrivere per niente” sul nostro blog!
Gli acquisti servono a me, qui; e a voi, lì. Li sto già usando... forse funzionano!!!
inizio a scrivervi subito delle scuse e delle spiegazioni sulla mia assenza.
Non è certo come ha insinuato ironicamente mia madre due sere fa: non è che io ho un sacco di cose da fare e bedo no; né io sono allergica alla tecnologia... niente di tutto ciò!
È solo che io sono timida.... smettete di ridere: è vero!
In realtà io scrivo. E anche tanto. E anche bene!
Ma scrivere per altri, o rivelare ad altri cose di me, personali come sentimenti o emozioni, mi da un po' da fare. Mi rende più fragile di quanto io non sia già.
E poi...ho paura di essere banale ed annoiare. Ecco tutto.
Perchè le parole le impoveriscono; le parole rimpiccioliscono cose che finchè erano nella nostra testa ci sembravano immense, incredibilmente grandi. Le parole, se non si trovano quelle giuste, hanno la capacità di rendere le cose ingiustamente piccole, e il nostro cuore (il mio in questo caso) potrebbe poi aversene a male.
Ecco tutto. Sul serio.
Anyway.

Ultime sulla piccina
Vi aggiono sulla piccola Yoita, che tanto piccola non è! È già una grande! È già una gran donna..RWANDESE!!!
cioè vuol dire che la sua forza e gioia di vivere sono nettamente superiori alle mie. E io ho gli anni che ho.
È splendida. È troppo buffa. Coccolata e amata da tutti, batte già le mani a tempo di musica e il ballo la fa impazzire. Al posto di giocare coi tubi di unguento per il corpo, se li mangia. Sa già quello che vuole: essere capita e rispettata.
Chissà che straordinaria emozione sarà da grande.
A volte, anche in questi giorni che noi eravamo a Kabarondo, l'ho pensata forte.
I bambini percepiscono ogni cosa. E il loro modo di elaborare poi le situazioni è incredibile. Come quando, penso io, li metti nell'acqua a pochi mesi, e nuotano. Lei sta nuotando, ora. Da sempre credo. Direi già farfalla-agonismo. Spero non ci molli mai. Spero non perda mai questo spirito.

Ultime su di me
Matte la settimana scorsa non era troppo in forma. Batteri quasi vermi. Diagnosi un po' vaga. Ma ora sta bene! Per fortuna! Perchè l'Ode mi costringeva ad andare da lui ogni dieci minuti: voleva dormissi pure in camera sua la notte. Ali...mi sono rifiutata!!!
alla fine quando stava meglio, ha dormito un giorno in stecca perchè io non lo facevo mai riposare.
Io, ognitanto, ho gli stessi dolori...e il raffreddore. Sono super-arrabbiata: invece di venirmi i vermi come Dio comanda, in Africa mi viene il raffreddore... non è possibile! O forse, sono così tanto in comunione con voi, congelati e innevati, che.... quindi, anche se non scrivo, non lamentatevi!!!!
a parte tutto: non riesco ad imparare la lingua, e questo mi fa stare abbastanza malino.
Ma mi sto raccontando che forse, per me, non è il tempo della parola, ma quello dei fatti. E non sono pitturare pulire lavorare nei campi costruire. Almeno, cioè,ci sono pure quelli ma, ora, è il tempo non del fare materiale ma quello di costruire Il e Con il Cuore. È il tempo per me, di imparare ad amare. Prima di tutto. Io vorrei amarti proprio come mi ama Dio.un amore a priori. Ecco, peut etre, che sia davvero tempo per me di Questi fatti.
Vabbè...non funziona come consolazione ai miei deficit linguistici. Ma funziona pensando al tempo che passo col Signore: nei Piccoli in casa; sola con Lui in cappella.

Spese pazze
Oggi mi sono comprata un presepe, di quelli artigianali in legno, con tutti i personaggi.
È vero che non ti accorgi dell'importanza delle cose finchè non le perdi o non le hai più o... beh, così insomma.
Tra tre giorni è Natale.
Ogni volta che ci penso sento qualcuno che fischietta: fu-fi-fiii...fu-fi-fiii....quella melodia dell'indifferenza, o della coda di paglia per intenderci. (Righi: anche la melodia ma-va rende l'immagine!). Poi mi accorgo essere tutto nella mia testa: non c'è nessuno che fischia sul serio. È una sensazione. Ma è la sensazione giusta.
Mezzemaniche infradito secco caldo bananeti.
Ma è Natale?
Soprattutto poi, caldo a parte, non c'è un segno che sia uno ( a parte Babbi Natale giganti in capitale) a dirmi che è Natale.
Oh, ma è Nataleee???
neanche in casa c'e nulla che ci parli di questo. Confrontandoci con Bedo ci siamo sentiti troppo invadenti per proporci come costruttori di presepi. E ci siamo pure detti che, tutto il bello e la gioia della festa sarà proprio il giorno “fatidico”. Ci siamo detti di attendere, che qui le nostre “attese” ci hanno sempre regalato grandi emozioni.
Ma per camera mia intanto l'ho preso. Che poi io sono dura e più segni ho meglio è. Ma mi consolo:l'ha comprato pure Matte!
Ora davanti a me c'è una cosa che sembra capanna, un bue e un asino; e giorno dopo giorno vi arriverà qualcuno. Un pezzo nuovo, come nei puzzle. Ecco, forse ilparagone presepe-puzzle non è il top! Ma a me piace e mi aiuta nel sentire ciò che sta per “accadere”. È un po' come esserci. Lo vivo. E più lo vivo e più lo sento.
E già da giorni, la sera, fumando a testa in su, cerco la Stella. La voglio a tal punto da vederla. E mi esalto un casino. E ogni sera prima di addormentarmi, ringrazio il Signore dei doni della giornata, e affido a Lui e a quella Stella il desiderio di essere guidata Là. Dove Il Dono sta per generarsi in Vita.

vale

domenica 19 dicembre 2010

Turi Kumwe...

Kabarondo, 19-12-2010

Quarta Domenica d'Avvento

ecco, la vergine concepirà
e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele”
che significa “Dio con noi”.


Qui sono le 16.30, e tra tre ore, peut etre, ci sarà l'incontro del gruppo. Vogliamo fare in tempo a farvi leggere di noi, e di queste settimane in cui abbiamo iniziato a camminare “da soli”. È il modo che abbiamo per essere lì con voi, stasera soprattutto.
Gli ospiti delle tre case stanno bene.
Lo scorso 8 dicembre insieme a Clodine abbiamo accompagnato all'ospedale Andrei alla sua visita di controllo: non c'è niente di grave, ma dovrebbe smettere di fumare;crediamo però che non sarebbe giusto, oltre che infattibile, tolglierli questo unico “vizio”. Giovedì invece, Ariete in seguito ad una crisi è caduta procurandosi una ferita alla testa, e un bell'occhio nero. E' già quella di sempre,solare ed impertinente,e soprattutto fiera del suo cerotto gigante e dei due punti in testa.
Anche noi, in questo momento, stiamo bene: abbiamo superato i nostri problemi batterici, (erano vermi?) e siamo pronti a trascorrere la settimana a Mukarange...
Il momento più bello di questi giorni l'abbiamo vissuto insieme alle responsabili e alle ragazze, che ormai da tempo sono legate alle case:eravamo dodici!Come da agenda, ci siamo ritrovati al monastero delle suore trappistine a Remera.
Ad accoglierci l'abbè Albert Mambara, che per l'occasione ha invitato il vescovo Kizito,per tenere una meditazione alle ragazze
sul tema: Marco 1,14
Il verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”, era invece il versetto di Giovanni su cui noi, Matte e Vale, abbiamo meditato e che abbiamo poi condiviso insieme nel pomeriggio.

Il programma della giornata prevedeva:
9.30-10.30 riflessione monsignor Kizito
10.30-12.00 silenzio e possibilità del sacramento della riconciliazione
12.00ora media insieme
12.30 pranzo in silenzio
14.00rosario ed adorazione del SS.imo
15.20 S.Messa
16.00 condivisione
17.30 saluti e rientro nelle rispettive case

Al momento della condivisione è stato bello cogliere l'entusiasmo delle ragazze nel riportare l'esperienza italiane, e quella di chi, è rimasto qui ad accudire gli ospiti;ancora più bello il desiderio di continuare questo cammino di discernimento. Sentiamo come le case siano in “fermento” : carica che trascina anche noi.
Ci siamo salutati con l'impegno rinnovato da parte dell'abbè ad accompagnarci: lui sottolinea che è sarebbe necessario tradurre questo documento in ikinyarwanda,e un calendario che prevederà 3-4 incontri durante l'anno.

E affidiamo alle parole di Odette, l'augurio di un Santo Natale per tutto il gruppo Amahoro:

A l'occasion où vous vous êtes réunìs, je voudrais vous saluer tous! Matteo e Valentina sont bein habitués ici dans les maison Amahoro avec les malades et volontaires, ils parlent bien ikinyarwanda.
Je voudrais vous remercier avec tout mon coeur combien vous nous avez accueilli beaucoup pendant notre sejour chez vous en Italie!

Tubifurije Noheli Nziza! Umwaka mushya muhire


mercoledì 15 dicembre 2010

Umeze Ute???


Non dovevamo essere qui a Kabarondo questa settimana.
Ma alla casa di Mukarange, e boro boro (piano piano)
cominciare a condividere quel servizio per il quale
siamo stati mandati.
Ma imparo, come il Rwanda, stravolga i nostri piani:
non avevo fatti i conti con l'intestino che può andare in panne,
chiedendomi di rallentare, di fermarsi.
E invece di servire mi ritrovo ad essere servito.
Dalla Vale, con la sapiente e un pò pressante regia dell'Odette.
Succede così che sono gli ospiti di casa a domandarmi,
ogni qualvolta attraverso il cortile:
Matayo, umeze ute? (Matteo, come stai?)
Non è facile stare in questa  ottica, dalla parte di colui che ha bisogno,
confinato in camera, aspettando di stare meglio,
ma come dice un caro amico Rwandese, oggi in Italia,
Viateur Bizimana,
 è necessario anche questo,
se si vuole conoscere a fondo la vita di casa qui.
Perchè anche l'ammalarsi fa parte del pacchetto.
Allora chiedendo pazienza, Ringrazio.
Tra un piatto di riso in bianco, e una tazza di teh,
si riprende il cammino.

Matayo

lunedì 13 dicembre 2010

Murakaza Neza!!!

arriviamo in riterdo, come sempre, a Mukarange dove ci aspettavano per il pranzo.
Facciamo tribolare, come sempre!
Scendiamo dall'auto: tutti fuori , in cortile, ad aspettarci! Pendo ha qualcosa dietro, o meglio, come si usa qui, ha qualcuno dietro di sé: pensiamo a “Kasu”, piccolo di casa.
Invece no! È la piccola Yoita, dieci mesi, arrivata stamane. La sua mamma è morta, il suo papà non se ne riesce ad occupare.
Lei è bellissima.
Quel tappetino morbidino che ha in testa, quegli occhi grandi grandi, che si fanno ancora più grandi nel vederci noi, così tanti, nuovi e, soprpattutto per quello che riguarda noi tre, così strani.
Che giornata per lei. Che giornata per noi.
Le case si fanno ancora una volta Vangelo. La famiglia allarga le braccia e la stringe in un forte e caloroso abbraccio di benvenuto.
Che giornata per me. Non mi era mai capitata emozione tanto grande. E dire che qui ogni giorno è un'emozione forte.
Ma così grande? Mai prima!
Voglia di amarla, questa piccina, voglia di stringerla forte e farla sentire protetta.
Voglia di provare, al mio meglio,di farmi Vangelo pure io, insieme a questa casa.
vale  
Mukarange 04 dicembre

lunedì 6 dicembre 2010

Murakoze Valentino...

2^ domenica d'Avvento

..voce di uno che grida nel deserto, preparate la via del Signore, 
raddrizzate i suoi sentieri

Mi piace pensare che non sia un caso...
salutarti nella seconda settimana d'Avvento, dove il Vangelo,
ci presenta la figura di Giovanni il Battista.
Lunedì ritorni in Italia, dopo averci accompagnato per un mese,
con pazienza, attenzioni e rispetto. Sei stato un po' il nostro “precursore”,
nell'anno di rwanda che ci apprestiamo a vivere.
Di Giovanni hai cercato di prendere l'umiltà:davvero questa dote ti distingue dagli altri.
Con discrezione ci hai mostrato un modo per “stare” qui.
Cercheremo di farlo nostro. Per costruirne uno nostro.
Sarà un po' strano non sentirti chiamare in mille modi diversi da Ariette,
ma siamo sereni perchè sappiamo che nella tua persona potremo
sempre trovare quel confronto che per giorni abbiamo condiviso.
Un giorno don Emanuele, ha detto che sei un po' l'Erede spirituale di don Gigi Guglielmi...
non so se esagerasse, ma credo che il bene che tu vuoi al Rwanda sia lo stesso.
E allora con fiducia prego quel Padre mio che vede nel segreto di ricompensarti.

Un abbraccio,

Matteo

martedì 30 novembre 2010

inzio d'Avvento...


Kabarondo, 28-11-2010

Prima Domenica d'Avvento

Anniversario della prima apparizione della Madonna di Kibeho

“vegliate dunque, 
perchè non sapete in quale giorno
 il Signore vostro verrà”


Siamo appena rientrati dalla Santa Messa, la prima, delle 07:30  è quella di tutta la Comunità. La seconda, delle 10:30 è per i giovani. Avendo con noi Valentino, indovinate a quale siamo costretti ad andare???!!!
La Chiesa come ogni domenica qui, era gremita; sulle mini-panchine  eravamo un po' stretti: impariamo che non è sempre scontato ma che è bello, però, fare posto all'altro,anche quando l'altro il posto se lo prende!
Dopo i saluti sul sagrato di terra rossa, rientriamo a casa, dove le azioni oggi, sembrano essere rallentate: è domenica, l'acqua della cisterna è terminata, dall'acquedotto arriva solo aria e da giorni non piove se non per pochi minuti.
È la stagione delle piogge però purtroppo le “cose” non vanno come dovrebbero.
Chiaramente, come ci fa notare Odette, i problemi non sono solo quelli domestici: i raccolti sono e saranno più scarsi.

Giovedì e venerdì  eravamo in capitale: per l'ennesima volta! 
Il toyota era in officina (ma i lavori non sono ancora finiti);  e noi abbiamo fatto visita ai tre bimbi,Sado Kofy e Innocent, di Kabarondo che vivono all'orfanotrofio di Padre Vito. Siamo stati anche a farci conoscere dal Nunzio Apostolico che ci ha accolti in modo molto cordiale.
Parlando con lui, è emersa la sofferenza della Diocesi per l'assenza di una guida. Sensazione che anche noi percepiamo in ogni passaggio in Vescovado o negli incontri coi parroci.Sembra che la situazione non si sbloccherà per diversi mesi ancora. Abbiamo cercato di incontrare l'Arcivescovo di Kigali,ma, soltanto una volta arrivati a Kibungo, ci è stato detto che non sarebbe venuto. 

Venerdì pomeriggio, tornando verso casa, ci siamo fermati a Mukarange dove avevamo appuntamento con un tecnico per vedere insieme a Mediatrice e all'Abbè Egidie (arrivato più tardi ma di cui abbiamo molto apprezzato la presenza) i lavori da fare: aspettando il preventivo, martedì, con lo stesso tecnico, andremo alla Casa di Bare.

La fatica più grande di questo primo periodo, emersa dalle nostre condivisioni, è un po' quella di non essere ancora riusciti a fermarci, con calma, nelle Case.

Odette ci ha confidato il desiderio di ringraziare, a nome di tutte e tre le responsabili, le Case di Carità e le persone incontrate  per l'accoglienza ricevuta durante il loro soggiorno in Italia.


Agenda

02 e 08 dicembre: visite mediche di Theophile e Andrei (ospiti della casa di Kabarondo) all'ospedale di Rwinkwavu   

06 dicembre: partenza di “Varantino”

09 dicembre: ritiro spirituale delle tre ragazze con l'abbè Albert (che si è reso disponibile nel continuare a seguire il percorso spirituale e di discernimento delle ragazze)

12dicembre: il responsabile di tutti i volontari della parrocchia di Kabarondo ci ha invitati nella centrale di Nyagasambu per un incontro di sensibilizzazione


Un abbraccio a tutti. Murabeho e murakoze.




      

sabato 27 novembre 2010

Amakuru?

Kabarondo, 26/11/'10
Quali notizie?
Venti i giorni sono trascorsi dalla partenza.
Stanchi, e provati di ritorno da Kigali,
questa sera scelgo di fermarmi un istante:
per guardare inditero.
Giorni pieni, intensi, frenetici.
spola tra la capitale per quel visto che ancora non abbbiamo,
ma che ci fa la grazia di farci provare l'essere stranieri
e visite fugaci alle tre case Amahoro.
Così più che sentirti a casa,
provi la sensazione del "turista di passaggio":
non fai in tempo ad arrivare che già devi andare,
e quando ti sembra di aver imparato qualche nome degli ospiti,
sei già sul toyota, perchè un altro impegno ti aspetta.
Poi, ci sono i possibili lavori da guardare:
vorresti, ma non sei ingegniere.
Ci sono presentazioni di rito,
ma di cui non capisci il senso.
Ci sono relazioni che desideri coi piccoli e i poveri
che non decollano, perchè non sai la lingua...
Tante situazioni che richiedono il giusto tempo.
E allora con pazienza, e in ascolto,
ti accorgi, col cuore leggero,
dei doni ricevuti che abbondano:
"so-stare" in casa per con-dividere il servizio, 
la bellezza degli ospiti
la preghiera e il capitolo con la Vale e Vale,
il giorno di adorazione,
in cui quasi ci si ferma come fece Maria,
quando passò Gesù a farle visita,
lo stile diverso ma unico delle tre case,
il chiedere ai piccoli il nome di questa o quella cosa,
la bellezza delle mille, e sono davvero millle colline,
il sentirsi accompagnati da Valentino, e custoditi dalle tre ragazze...
ancor di più incoraggiati da chi è rimasto a casa ma che è qui con noi.
con l'augurio di cominciare l'Avvento in comunione,

un abbraccio a ciascuno,

Matte

sabato 20 novembre 2010

L'arrivo &...L'applauso

Atterati di sera. Col buio pesto.
 Ma con il cuore pieno di gioia.
Odette insieme ad un ragazzo,
autista per l'occasione,ci accoglie festante.
Immortaliamo il momento.e poi via. La strada è buona,
l'asfalto scorre veloce, e in un ora e mezza siamo a casa...
nella nostra nuova casa dove una grossa cisterna domina il cortile.
L'edificio, a forma di L quasi l'abbraccia.
Stringiamo mani, udiamo voci, ma non capiamo nulla.
intravediamo volti nuovi, diversi.
I sorrisi però, sono gli stessi, conosciuti.
Un cena veloce, e poi in camera, sobria ma accogliente:
c'è odore di vernice,
per il nostro arrivo, bramato, un gesto d'attenzione,
il ridipingere.
C'è la candela, un letto grande.
Crollo, anche se l'adrenalina percorre
 tutto il mio corpo,più e più volte.
La Messa in parrocchia è alle 10.30:
fa caldo, e siamo super stretti nelle mini-panchine.
Mi sento tremendamente osservato, pur sapendo che qui,
l'altro sono io: cerco rifugio nel seguire la liturgia
ma il kiniyarwanda, è impenetrabile.
Poi un applauso.
Fragoroso.
Inaspettato.
E' il momento della Consacrazione!
Quasi senza accorgermene mi unisco.
Un applauso per ringraziare.
Un applauso per benedire.
Un applauso per cominciare.
Insieme a voi questo cammino.

Matte

Muraho!

Mukarange, sabato 13/11/'10

Ciao a tutti, vi scriviamo dalla casa di Mukarange dove stiamo trascorrendo il weekend.Il viaggio verso il Rwanda è andato bene, senza problemi particolari, a parte un lieve ritardo.Ad attenderci a Kigali c'era Odette, con un ragazzo che per l'occasione era l'autista designato.Domenica Mattina, dormitina,e poi abbiamo partecipato alla seconda messa, ma non essendoci l'abbè Nestor, la presentazione alla comunità di Kabarondo ci sarà domenica 28 novembre; al pomeriggio insieme ad Odette siamo stati invitati per un tè, dalle petit Seur di Gesù di Kabarondo:è stata l'occasione per conoscersi, e ritrovarsi facendo vedere le foto del matrimonio di Paola.Lunedì e Martedì ci siamo fermati in casa a Kabarondo, partecipando all'adorazione del martedì.Dopo la Messa in casa delle 18 abbiamo accolto a cena l'abbè Nestor e l'abbè Emmanueli (vicario),i due sacerdoti della nostra parrocchia.Mercoledì invece siamo partiti per una breve visita a Bare, pranzando con Egidia,gli ospiti, e il nuovo parroco, l'abbè Gilbert e fermandoci con loro anche nel pomeriggio.Giovedì, dopo la Messa in parrocchia, Kigali:Giornata intesa, con l'Odette che ci ha accompagnato,registrandoci al consolato italiano,e piccole spese con Odette.
Venerdì, ci siamo fermati a Kabarondo,doccia calda, un po' di riposo, e preparando gli zaini per il
weekend Mukarange.Noi stiamo tutti bene, e ogni giorno ci siamo ritagliati un momento di preghiera in italiano,dove ognuno di noi fa un piccolo capitolo, impegnandoci a perseverare cogliendo l'importanza
del momento.Anche gli ospiti delle tre case stanno tutti bene, contenti di avere di nuovo Abavolontera!!!
Ancora ci è difficile stilare una lettera a cinque mani: crediamo di poterlo fare dopo un incontro con
le tre responsabili, nelle prossime settimane, in cui cercheremo di capire se è possibile un momento
di verifica mensile insieme.Rispetto allo studio della lingua, ancora non abbiamo trovato un insegnante, ma stiamo valutando alcune possibilità.
Brevemente il programma della prossima settimana:
• domenica Messa e saluto alla comunità di Mukarange
• lunedì Kigali per presentare domande dei visti permanenti
• martedì Kabarondo, giornata di adorazione
• mercoledì visita al centro di sanità Padre Tiziano, pomeriggio incontro con l'abbè Attanase,
segretario del Vescovo, e forse con l'abbè Mambara, per verificare la sua verificare la sua
disponibilità ad accompagnare spirituale le responsabili delle tre case.
Murabeho,
un abbraccio,
Ma&Va&Va

La visita in Italia...

Durante il mese di ottobre abbiamo ricevuto la visita di Odette, Mediatrice e Egidia, le Responsabili delle tre Case Amahoro presenti in Rwanda.
Mukarange aperta nel 1995; Kabarondo aperta nel 1999; Bare aperta nel 2005. Ogni Casa ospita 14-16 persone: anziani, bambini denutriti, disabili fisici e/o psichiatrici... Ogni casa ha una Responsabile e una seconda volontaria “permanente”, la maggior parte dei volontari vengono per due/tre giorni e poi rientrano in famiglia e in casa svolgono i lavori che sono da fare in una normale famiglia, quindi alzano gli ospiti li aiutano se hanno delle necessità particolari, cucinano, fanno la lavanderia, coltivano i campi.Il tutto fatto a mano e senza l'acqua corrente, e per esempio a Bare anche senza la luce elettrica. Le Parrocchie suddivise in centrali hanno sempre necessità di animazione, il volontariato non è regolare e va sempre stimolato. La messa viene celebrata in Casa circa una volta alla settimana, gli altri giorni ci si reca in Parrocchia. L' Adorazione è frequente, il Rosario è quotidiano e la liturgia delle Ore Lodi- Vespri e Compieta è per tutti. Ogni Casa fa riferimento al Parroco nelle scelte quotidiane. Le Case Amahoro vivono delle offerte che arrivano dalla nostra Diocesi di Reggio Emilia ma anche dall'attività agricola che ogni casa svolge. Ognuna è fornita di terreno dove si coltiva, banane, fagioli ecc...
Da tempo si ipotizzava questo viaggio che si è reso possibile anche vista l' occasione del matrimonio di Paola e Marco. Le tre ragazze sono state prevaletemente nella CdC di Fosdondo dalla quale si sono recate a Fontanaluccia- Pietravolta, Roma e hanno visitato altre Case. Hanno avuto la possibilità di partecipare al 15 Ottobre e ad alcuni momenti del Centenario di Don Mario e della vita della Diocesi. Per una settimana si sono divise una per Casa (Sassuolo- Borgo- Cella) per immergersi più pienamente nella quotidianità della Casa e vi garantisco che sembravano proprio “a casa”: nella normalità della vita con gli Ospiti, nella preghiera, nell' accogliere chi passa. Questo nonostante le difficoltà con la lingua veramente impegnative. Le domande più quotidiane non sono mancate: perchè la Casa ha un pulmino? chi paga la benzina? come funziona la lavatrice? e il dottore? Tutto segno e richiamo ad una essenzialità di vita per noi un po' lontana.
La Diocesi di Kibungo sta attraversando un momento di grande sofferenza dovuta alla mancanza del Vescovo ( dimessosi volontariamente per problemi economici della Diocesi) e alle difficoltà che ne conseguono. L'incertezza del momento presente è molto forte.
Attualmente è in Italia per due anni di formazione anche Padre Bizimana, mandato dall' ex-Vescovo Kizito, per approfondire il carisma delle CdC e poi occuparsi delle case Amahoro. Questa occasione è stata molto proficua anche per la sua presenza e la possibilità di confrontarsi insieme sul loro cammino, sui loro desideri, sulle possibilità anche future delle loro scelte. Padre Bizimana dice spesso che le Case Amahoro sono della Parrocchia, dei cristiani e ogni scelta deve essere in questa direzione. Durante le giornate di Ritiro a Pietravolta abbiamo riletto insieme alcune “indicazioni per una bozza di statuto per le Case Amahoro”, raccolte già diversi anni fa, sulle quali si continuerà a pregare e riflettere. Mi sembra un grande dono conoscere ed essere vicini a questo cammino di speranza e vorrei trasmettere a tutta la Famiglia delle CdC il loro sentirsi nello stesso cammino di Chiesa e di Famiglia.
DEO GRATIAS!
Srmcristiana


giovedì 4 novembre 2010

L'attesa in-finita....

Un 'attesa lunga, di pochi giorni:
un cavillo burocratico e un visto
che non arriva mai per imparare la pazienza.
Tempo prezioso di cui ringraziare,
per "nascondersi" in montagna
come nella bassa più bassa,
per stare un pò più con la famiglia,
o per un paio di saluti ancora..
tempo per ripensare la partenza,
tempo per provare mille emozioni
che cozzano tra loro,
ma che ti portano tanta vita,
tempo per sentirsi già di là dall'Italia...
perchè è li che la Nadia Pozzi pensa il Rwanda...
attesa-in, è desiderio dentro,
che non si contiene più;
finita, perchè Sabato è qua, tra poche ore.
Saluntando la casa di Fosdondo
Maurizio Bartoli
all'orecchio mi ha sussurrato..
:" e ricordati, sia fatta sempre la Sua, non la tua volontà." 
Si parte allora, per un anno alla scuola dei poveri e degli ultimi,
che sanno ciò di cui Matteo e Valentina hanno bisogno.

Loro, i piccoli, siano quelle mani che ci impasteranno,olio e farina.

Matte

lunedì 25 ottobre 2010

Il Mandato: impegno ad impegnarsi



Ci impegniamo
Ci impegniamo noi e non gli altri,
Ci impegniamo senza pretendere che altri s'impegnino,
Ci impegniamo senza giudicare chi non s'impegna,
senza disimpegnarci se altri non s'impegnano.

Ci impegniamo perchè non potremmo non impegnarci.

Ci impegniamo perchè crediamo all'amore,
la sola certezza che da senso alla vita.

Ci impegniamo perchè crediamo
che il mondo si muove se noi ci muoviamo,
il mondo cambia se qualcuno si rinnova profondamente.

Ci impegniamo ai vivere con sobrietà, calma, e in umiltà,
a trovare tempo per noi stessi,

per la salute del corpo e dello spirito.
verso l'amore.

Ci impegniamo a vegliare sulle nostre relazioni
con le persone vicine e lontane,
e ci impegniamo a condividere con loro

responsabilità, gioia e fatiche
come figli e figlie dello stesso Padre. Amen