giovedì 30 dicembre 2010

Una scatola chiusa

Si chiama Marzia,
e lavora per un'ONG in capitale.
Prendendo il bus,il giorno di Natale
è arrivata fino a Kabarondo nel pomeriggio.
Un saluto veloce e poi via verso Bare,
dove ha trascorso con noi qualche giorno,
mettendosi in gioco, con umiltà, rispetto,e
lo stupore di chi non si ferma, ed è in ricerca.
Credo che dobbiamo ringraziare di questo dono:
l'amicizia alimenta la condivisione,
che diviene più forte quando non ci si accontenta,
e si prende una “scatola chiusa” nell'incontro con l'altro.
Così è stato per noi
...e così per lei.
Sporcandosi le mani a raccogliere fagioli,
improvvisando una partitella coi bimbi di casa,
nella preghiera a lume di candela...
Ed è anche per questo che festeggeremo insieme
l'anno che se ne va accogliendo il nuovo:
una cena semplice, a casa sua, preparata insieme.
Ripercorrendo questi ultimi dodici mesi,
che custodiamo nel cuore,
provando ad immaginare gli scenari
dei prossimi,qui,
dove Dio viene per riposare ogni sera.

Aciascuno di voi,
buon anno,umwaka mwiza!

matteo

venerdì 24 dicembre 2010

che stupida....

che stupida....ho cercato tanto un segno...mi sono comprata un presepe...
è vero: l'essenziale è invisibile agli occhi...
ho capito... io, il presepe, lo sto vivendo. Ci sono dentro. Qui a Mukarange. Qui nelle case Amahoro.
L'augurio migliore che ho per voi è questo.
auguro a ciascuno di voi di poter vivere questo Santo Natale come lo sto facendo io. Non tanto per l'essere in Rwanda, quanto per essere uno dei personaggi: aspettando con impazienza davanti alla capanna la Venuta del Nostro Salvatore.

con Amore
                    NOHELI NZIZA CYANE CYANE

giovedì 23 dicembre 2010

Noheli Nziza...

Accendo un fiammifero per dare un po' di luce
alla stanza mentre vi scrivo.
Un'ombra sul muro,prende forma,
non è perfetta,ma conosciuta.
Un'ombra soltanto,perchè nella statuetta
che ho trovato qui,in un negozio di artigianato,
hanno ricavato tutta insiemela Sacra famiglia.
Un solo pezzo di legno,che rimarca l'essenzialità
di un Natale in Rwanda.
Veglieremo qui a Mukarange,
per poi spostarci nelle altre case,proprio nel luogo,
(anche se in una casa diversa)
dove il progetto Amahoro,è venuto alla luce.
Segno di speranza,in un paese allora
segnato dalla guerra.
Mi piace l'immagine della cappella
di Mukarange, costruita,ci hanno detto,
come due mani strette in preghiera
Mi raccolgo così,in silenzio,
perchè oggi Gesù viene
ancora una volta.
E ancora.
Per ognuno di noi.

Buon Natale.

Un abbraccio, a ciascuno.

Matteo

mercoledì 22 dicembre 2010

nevicherà pure qui???!!!

Istruzioni per l'uso: non è obbligatorio leggerlo tutto in una volta. Per questo la divisione in “capitoli”


Ore 21:54 21 dicembre 2010
Mukarange

Siamo arrivati qui ieri sera, anzi, tardo pomeriggio, prima del vespro... e di 5 rosari in stecca...leggeri....
Stamattina, per commissioni varie, siamo andati a Kigali. Soli. Io e Matte. La prima volta completamente esclusivamente solamente NOI!
È stato proprio bello. Faticoso diverso libero.
Mi sono comprata... anzi, ho fatto comprare alla casa, delle candele della carta e dell'incenso. L'ho fatto dopo l'ennesima telefonata dall'Italia in cui la mia salute psicofisica veniva dopo: prima i rimproveri per il mio poco scrivere. Anzi, per il mio “scrivere per niente” sul nostro blog!
Gli acquisti servono a me, qui; e a voi, lì. Li sto già usando... forse funzionano!!!
inizio a scrivervi subito delle scuse e delle spiegazioni sulla mia assenza.
Non è certo come ha insinuato ironicamente mia madre due sere fa: non è che io ho un sacco di cose da fare e bedo no; né io sono allergica alla tecnologia... niente di tutto ciò!
È solo che io sono timida.... smettete di ridere: è vero!
In realtà io scrivo. E anche tanto. E anche bene!
Ma scrivere per altri, o rivelare ad altri cose di me, personali come sentimenti o emozioni, mi da un po' da fare. Mi rende più fragile di quanto io non sia già.
E poi...ho paura di essere banale ed annoiare. Ecco tutto.
Perchè le parole le impoveriscono; le parole rimpiccioliscono cose che finchè erano nella nostra testa ci sembravano immense, incredibilmente grandi. Le parole, se non si trovano quelle giuste, hanno la capacità di rendere le cose ingiustamente piccole, e il nostro cuore (il mio in questo caso) potrebbe poi aversene a male.
Ecco tutto. Sul serio.
Anyway.

Ultime sulla piccina
Vi aggiono sulla piccola Yoita, che tanto piccola non è! È già una grande! È già una gran donna..RWANDESE!!!
cioè vuol dire che la sua forza e gioia di vivere sono nettamente superiori alle mie. E io ho gli anni che ho.
È splendida. È troppo buffa. Coccolata e amata da tutti, batte già le mani a tempo di musica e il ballo la fa impazzire. Al posto di giocare coi tubi di unguento per il corpo, se li mangia. Sa già quello che vuole: essere capita e rispettata.
Chissà che straordinaria emozione sarà da grande.
A volte, anche in questi giorni che noi eravamo a Kabarondo, l'ho pensata forte.
I bambini percepiscono ogni cosa. E il loro modo di elaborare poi le situazioni è incredibile. Come quando, penso io, li metti nell'acqua a pochi mesi, e nuotano. Lei sta nuotando, ora. Da sempre credo. Direi già farfalla-agonismo. Spero non ci molli mai. Spero non perda mai questo spirito.

Ultime su di me
Matte la settimana scorsa non era troppo in forma. Batteri quasi vermi. Diagnosi un po' vaga. Ma ora sta bene! Per fortuna! Perchè l'Ode mi costringeva ad andare da lui ogni dieci minuti: voleva dormissi pure in camera sua la notte. Ali...mi sono rifiutata!!!
alla fine quando stava meglio, ha dormito un giorno in stecca perchè io non lo facevo mai riposare.
Io, ognitanto, ho gli stessi dolori...e il raffreddore. Sono super-arrabbiata: invece di venirmi i vermi come Dio comanda, in Africa mi viene il raffreddore... non è possibile! O forse, sono così tanto in comunione con voi, congelati e innevati, che.... quindi, anche se non scrivo, non lamentatevi!!!!
a parte tutto: non riesco ad imparare la lingua, e questo mi fa stare abbastanza malino.
Ma mi sto raccontando che forse, per me, non è il tempo della parola, ma quello dei fatti. E non sono pitturare pulire lavorare nei campi costruire. Almeno, cioè,ci sono pure quelli ma, ora, è il tempo non del fare materiale ma quello di costruire Il e Con il Cuore. È il tempo per me, di imparare ad amare. Prima di tutto. Io vorrei amarti proprio come mi ama Dio.un amore a priori. Ecco, peut etre, che sia davvero tempo per me di Questi fatti.
Vabbè...non funziona come consolazione ai miei deficit linguistici. Ma funziona pensando al tempo che passo col Signore: nei Piccoli in casa; sola con Lui in cappella.

Spese pazze
Oggi mi sono comprata un presepe, di quelli artigianali in legno, con tutti i personaggi.
È vero che non ti accorgi dell'importanza delle cose finchè non le perdi o non le hai più o... beh, così insomma.
Tra tre giorni è Natale.
Ogni volta che ci penso sento qualcuno che fischietta: fu-fi-fiii...fu-fi-fiii....quella melodia dell'indifferenza, o della coda di paglia per intenderci. (Righi: anche la melodia ma-va rende l'immagine!). Poi mi accorgo essere tutto nella mia testa: non c'è nessuno che fischia sul serio. È una sensazione. Ma è la sensazione giusta.
Mezzemaniche infradito secco caldo bananeti.
Ma è Natale?
Soprattutto poi, caldo a parte, non c'è un segno che sia uno ( a parte Babbi Natale giganti in capitale) a dirmi che è Natale.
Oh, ma è Nataleee???
neanche in casa c'e nulla che ci parli di questo. Confrontandoci con Bedo ci siamo sentiti troppo invadenti per proporci come costruttori di presepi. E ci siamo pure detti che, tutto il bello e la gioia della festa sarà proprio il giorno “fatidico”. Ci siamo detti di attendere, che qui le nostre “attese” ci hanno sempre regalato grandi emozioni.
Ma per camera mia intanto l'ho preso. Che poi io sono dura e più segni ho meglio è. Ma mi consolo:l'ha comprato pure Matte!
Ora davanti a me c'è una cosa che sembra capanna, un bue e un asino; e giorno dopo giorno vi arriverà qualcuno. Un pezzo nuovo, come nei puzzle. Ecco, forse ilparagone presepe-puzzle non è il top! Ma a me piace e mi aiuta nel sentire ciò che sta per “accadere”. È un po' come esserci. Lo vivo. E più lo vivo e più lo sento.
E già da giorni, la sera, fumando a testa in su, cerco la Stella. La voglio a tal punto da vederla. E mi esalto un casino. E ogni sera prima di addormentarmi, ringrazio il Signore dei doni della giornata, e affido a Lui e a quella Stella il desiderio di essere guidata Là. Dove Il Dono sta per generarsi in Vita.

vale

domenica 19 dicembre 2010

Turi Kumwe...

Kabarondo, 19-12-2010

Quarta Domenica d'Avvento

ecco, la vergine concepirà
e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele”
che significa “Dio con noi”.


Qui sono le 16.30, e tra tre ore, peut etre, ci sarà l'incontro del gruppo. Vogliamo fare in tempo a farvi leggere di noi, e di queste settimane in cui abbiamo iniziato a camminare “da soli”. È il modo che abbiamo per essere lì con voi, stasera soprattutto.
Gli ospiti delle tre case stanno bene.
Lo scorso 8 dicembre insieme a Clodine abbiamo accompagnato all'ospedale Andrei alla sua visita di controllo: non c'è niente di grave, ma dovrebbe smettere di fumare;crediamo però che non sarebbe giusto, oltre che infattibile, tolglierli questo unico “vizio”. Giovedì invece, Ariete in seguito ad una crisi è caduta procurandosi una ferita alla testa, e un bell'occhio nero. E' già quella di sempre,solare ed impertinente,e soprattutto fiera del suo cerotto gigante e dei due punti in testa.
Anche noi, in questo momento, stiamo bene: abbiamo superato i nostri problemi batterici, (erano vermi?) e siamo pronti a trascorrere la settimana a Mukarange...
Il momento più bello di questi giorni l'abbiamo vissuto insieme alle responsabili e alle ragazze, che ormai da tempo sono legate alle case:eravamo dodici!Come da agenda, ci siamo ritrovati al monastero delle suore trappistine a Remera.
Ad accoglierci l'abbè Albert Mambara, che per l'occasione ha invitato il vescovo Kizito,per tenere una meditazione alle ragazze
sul tema: Marco 1,14
Il verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”, era invece il versetto di Giovanni su cui noi, Matte e Vale, abbiamo meditato e che abbiamo poi condiviso insieme nel pomeriggio.

Il programma della giornata prevedeva:
9.30-10.30 riflessione monsignor Kizito
10.30-12.00 silenzio e possibilità del sacramento della riconciliazione
12.00ora media insieme
12.30 pranzo in silenzio
14.00rosario ed adorazione del SS.imo
15.20 S.Messa
16.00 condivisione
17.30 saluti e rientro nelle rispettive case

Al momento della condivisione è stato bello cogliere l'entusiasmo delle ragazze nel riportare l'esperienza italiane, e quella di chi, è rimasto qui ad accudire gli ospiti;ancora più bello il desiderio di continuare questo cammino di discernimento. Sentiamo come le case siano in “fermento” : carica che trascina anche noi.
Ci siamo salutati con l'impegno rinnovato da parte dell'abbè ad accompagnarci: lui sottolinea che è sarebbe necessario tradurre questo documento in ikinyarwanda,e un calendario che prevederà 3-4 incontri durante l'anno.

E affidiamo alle parole di Odette, l'augurio di un Santo Natale per tutto il gruppo Amahoro:

A l'occasion où vous vous êtes réunìs, je voudrais vous saluer tous! Matteo e Valentina sont bein habitués ici dans les maison Amahoro avec les malades et volontaires, ils parlent bien ikinyarwanda.
Je voudrais vous remercier avec tout mon coeur combien vous nous avez accueilli beaucoup pendant notre sejour chez vous en Italie!

Tubifurije Noheli Nziza! Umwaka mushya muhire


mercoledì 15 dicembre 2010

Umeze Ute???


Non dovevamo essere qui a Kabarondo questa settimana.
Ma alla casa di Mukarange, e boro boro (piano piano)
cominciare a condividere quel servizio per il quale
siamo stati mandati.
Ma imparo, come il Rwanda, stravolga i nostri piani:
non avevo fatti i conti con l'intestino che può andare in panne,
chiedendomi di rallentare, di fermarsi.
E invece di servire mi ritrovo ad essere servito.
Dalla Vale, con la sapiente e un pò pressante regia dell'Odette.
Succede così che sono gli ospiti di casa a domandarmi,
ogni qualvolta attraverso il cortile:
Matayo, umeze ute? (Matteo, come stai?)
Non è facile stare in questa  ottica, dalla parte di colui che ha bisogno,
confinato in camera, aspettando di stare meglio,
ma come dice un caro amico Rwandese, oggi in Italia,
Viateur Bizimana,
 è necessario anche questo,
se si vuole conoscere a fondo la vita di casa qui.
Perchè anche l'ammalarsi fa parte del pacchetto.
Allora chiedendo pazienza, Ringrazio.
Tra un piatto di riso in bianco, e una tazza di teh,
si riprende il cammino.

Matayo

lunedì 13 dicembre 2010

Murakaza Neza!!!

arriviamo in riterdo, come sempre, a Mukarange dove ci aspettavano per il pranzo.
Facciamo tribolare, come sempre!
Scendiamo dall'auto: tutti fuori , in cortile, ad aspettarci! Pendo ha qualcosa dietro, o meglio, come si usa qui, ha qualcuno dietro di sé: pensiamo a “Kasu”, piccolo di casa.
Invece no! È la piccola Yoita, dieci mesi, arrivata stamane. La sua mamma è morta, il suo papà non se ne riesce ad occupare.
Lei è bellissima.
Quel tappetino morbidino che ha in testa, quegli occhi grandi grandi, che si fanno ancora più grandi nel vederci noi, così tanti, nuovi e, soprpattutto per quello che riguarda noi tre, così strani.
Che giornata per lei. Che giornata per noi.
Le case si fanno ancora una volta Vangelo. La famiglia allarga le braccia e la stringe in un forte e caloroso abbraccio di benvenuto.
Che giornata per me. Non mi era mai capitata emozione tanto grande. E dire che qui ogni giorno è un'emozione forte.
Ma così grande? Mai prima!
Voglia di amarla, questa piccina, voglia di stringerla forte e farla sentire protetta.
Voglia di provare, al mio meglio,di farmi Vangelo pure io, insieme a questa casa.
vale  
Mukarange 04 dicembre

lunedì 6 dicembre 2010

Murakoze Valentino...

2^ domenica d'Avvento

..voce di uno che grida nel deserto, preparate la via del Signore, 
raddrizzate i suoi sentieri

Mi piace pensare che non sia un caso...
salutarti nella seconda settimana d'Avvento, dove il Vangelo,
ci presenta la figura di Giovanni il Battista.
Lunedì ritorni in Italia, dopo averci accompagnato per un mese,
con pazienza, attenzioni e rispetto. Sei stato un po' il nostro “precursore”,
nell'anno di rwanda che ci apprestiamo a vivere.
Di Giovanni hai cercato di prendere l'umiltà:davvero questa dote ti distingue dagli altri.
Con discrezione ci hai mostrato un modo per “stare” qui.
Cercheremo di farlo nostro. Per costruirne uno nostro.
Sarà un po' strano non sentirti chiamare in mille modi diversi da Ariette,
ma siamo sereni perchè sappiamo che nella tua persona potremo
sempre trovare quel confronto che per giorni abbiamo condiviso.
Un giorno don Emanuele, ha detto che sei un po' l'Erede spirituale di don Gigi Guglielmi...
non so se esagerasse, ma credo che il bene che tu vuoi al Rwanda sia lo stesso.
E allora con fiducia prego quel Padre mio che vede nel segreto di ricompensarti.

Un abbraccio,

Matteo