venerdì 16 dicembre 2011

Come un presepe spaiato


Dicembre è cominciato solo da pochi giorni, ma qui a casa mia quelle lucine di tutti i colori che si accendono e si spengono in modo sempre diverso, sono già abbracciate al corrimano delle scale che portano alla porta d'ingresso. Ricordo con stupore quasi fosse ieri, come in Rwanda non ci fosse nulla in quei gironi che ci facesse pensare all'imminente arrivo del Natale. L'abitudine europea mi portava a “cercare” qualche segno, una qualsiasi traccia, che qui in maniera sfacciata è così facile incontrare. Una sobrietà diversa, perduta, che forse dovremmo cercare di recuperare: la notte di quella Vigilia di un anno fa passata a Mukarange, dopo la Messa delle 18.30, perchè là poi tutti devono tornare a casa, e una cena frugale, ci spostiamo in cappellina, seguendo gli ospiti che si muovono sicuri ed eccitati. I più piccoli in attesa si siedono composti al fianco dell'altare.. arriva una sedia, e qualche addobbo riciclato: quella sarà la capanna. Poi Mediatrice, responsabile di casa comincerà a disporre statuette diverse, più alte e più basse, di un presepe semplice e spaiato. Sembra manchi giusto qualche minuto a mezzanotte, e una candela si accende.
L'emozione è tanta,ma è ancora il momento di mettere il piccolo bambino che tutti bramano vedere.
Già un presepe arrabattato e un po' spaiato. Però il più bello che abbia mai visto.
Soprattutto vero, come lo era Gesù, in quella stalla, adagiato in una mangiatoia.
Ecco allora, ricordando il Rwanda e le case Amahoro, credo che l'invito che ci viene da questo Natale, sia di lasciarci “spaiare”:dalle nostre certezze,dai nostri privilegi e dalle nostre perfezioni. La crisi che ha colpito il nostro paese è sicuramente pesante, proprio perchè scombina il nostro presepe pefetto. Metafora di una vita fino ad oggi tanto comoda. Viviamola come un'opportunità questa crisi, arrivata per spaiarci. Non importa se non “vinceremo” questa volta: anzi, oggi come non mai, penso ci sentiremo più vicini a Lui che viene tra noi, povero tra i poveri.
Il Signore ci conceda di essere quel presepe diverso, capace di accogliere al nostro fianco anche quelle statuette che non vorremmo mai accanto noi, come gli stranieri, ma anche i fratelli di altre religioni, i colleghi di lavoro, gli ultimi che nessuno avvicina mai..

A voi, e alle vostre famiglie, l'augurio di un Natale di pace.

Un abbraccio a ciascuno!
 
Matayo

mercoledì 30 novembre 2011

Incontro Gruppo Amahoro
Domenica 11 dicembre dalle ore 9.30 alle 17.00
Parrocchia di Castellazzo
 
Programma della giornata:
 9.30 messa in Parrocchia
10.45 presentazione della giornata e definizione proposta Campi Estivi
11.15 "Uno sguardo agli inizi del Progetto Amahoro alla ricerca della Parola, dello spirito e dei principi che hanno guidato le scelte del progetto" (ci aiuta Suor Maria Giovanna)
12.30 pranzo
14.00 lavori di gruppo
15.30 condivisione dei lavori di gruppo
16.15 vespri e saluti
I lavori di gruppo del pomeriggio saranno incentrati su 4 temi.
Per ogni tema abbiamo formulato delle domande che ci possono aiutare nella riflessione.
Tutti sono invitati a rifletterci su.
Speriamo che tutti veniate ma nel caso che qualcuno non possa, mi potete mandare per mail le vostre riflessioni.
Poi dato che l'11 ognuno dovrà scegliere un gruppo, è possibile consegnare le proprie riflessioni sugli altri temi a chi parteciperà agli altri gruppi in modo che questo possa aiutare nella riflessione.
L'obiettivo dei gruppi non è decidere delle linee ma riflettere e formulare delle proposte concrete che verranno poi discusse negli incontri che faremo da qui a maggio.
Questo percorso di riflessione lo potremmo concludere nella giornata nella quale saremo chiamati ad essere presenti a Pietravolta nel mese di Maggio.
  1. Aspetto Spirituale: Come accompagnare il cammino spirituale delle case? Cosa possiamo fare per la formazione delle ragazze e dei volontari? E per l’animazione delle centrali? Quale rapporto da tenere con le ragazze e con il responsabile? Cosa cambia con la presenza dello Statuto?
  2. Animazione del territorio: Come possiamo essere sempre di più fermento per la nostra Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla? Possiamo pensare a modalità nuove per ritrovarci? Come possiamo fare sensibilizzazione sul territorio? A cosa siamo chiamati? In che modo ci possiamo relazionare con il Gruppo Padre Tiziano?
  3. Scelte economiche: Quali criteri ci possiamo dare per il sostentamento/mantenimento delle case? Cosa rientra nelle spese ordinarie? Per i lavori e per la scuola quali criteri? I progetti per il sostentamento locale (mucche, chiosco ecc) in che ottica continuano, si sviluppano o si concludono? E’ possibile strutturarsi un po’ di più per trovare fondi? E’ giusto sostenere sempre al 100% le spese? E quali spese?
  4. Volontari: Come cercare nuovi volontari? Come e quando siamo presenti a Villa Borettini? A che cadenza fare visita alla Case? La nostra presenza là come si può sviluppare? Possiamo stimolare le Case della Carità per una presenza di maggiore accompagnamento delle Case Amahoro? Come vediamo le esperienze brevi come i campi estivi?
Nel momento di condivisione verranno presentate le riflessioni avvenute nei gruppi in maniera breve, ogni gruppo avrà poi il compito di introdurre l’argomento nelle serate successive, quando ci sarà il tema all’ordine del giorno.
Ogni gruppo avrà un referente. I referenti saranno: Paola, Marzia, Valentino e Matteo.
In allegato trovate:
- l’ultima versione dello Statuto scritto da P.Bizimana
- il regolamento di Casa del Progetto Amahoro datato 1995 che richiede un aggiornamento e sul quale potreste cominciare a riflettere


Centro Missionario Diocesano
via Ferrari Bonini, 3
42121 Reggio Emilia
tel. 0522-436840 fax 0522-433991
mail: denis.cmdre@gmail.com
web: www.cmdre.it



venerdì 28 ottobre 2011

Missionari di pace, testimoni di Dio

E' bello essere qui stasera per salutare amici pronti a partire, 
ritrovandone tanti altri che sono pronti a sostenerne i cammini.
Una settimana fa sono rientrato dal Rwanda, e nel portarvi una semplice testimonianza vorrei raccontarvi una piccola storia:
E' la storia di una ragazza. Una ragazza nata in Rwanda, da una famiglia numerosa 
di 8 fratelli, come tante c'è ne sono nel paese. La sua infanzia trascorre serena,
fra scuola e la bellezza di apprendere i mestieri della donna, come da tradizione: l'amore nel coltivare la terra, l'arte nell'arrangiarsi a cucinare, e l'abilità nel riassettare casa.
Ma a soli 12 anni, la madre muore dopo una lunga e dolorosa malattia:capisce così, che dovrà crescere in fretta per prendersi cura dei fratelli e delle sorelle. Nonostante questo lutto, è una ragazza che trova nella fede e nella preghiera una grande forza, e nel servizio in parrocchia il modo per servire la sua chiesa. Non solo, frequenta un ragazzo 
con la serietà e consapevolezza di chi è in cammino per discernere la propria vocazione, sia essa matrimoniale, sia essa una strada diversa.
Non c'è nessuno a cui non sia legata, ognuno nel villaggio può contare sul suo aiuto; 
tutti ne hanno una grandissima stima.
La guerra e il genocidio però arriveranno a destabilizzare la vita nel piccolo paese africano:famiglie intere spazzate via, campi distrutti, case rase al suo, niente e nessun viene risparmiato..
cosi sarà anche per lei che perderà un fratello, nipoti amici, ma non solo; 
Non c'è il tempo per capire la grandezza del dramma e allora via..
La fuga nel vicino Burundi, la diaspora di fratelli e sorelle.
Il ritorno a casa ritrovando il padre in carcere ingiustamente per otto, lunghissimi anni.
Ogni giorno percorre la lunga strada sterrata che porta alla prigione per portargli
il necessario:cibo,acqua e vestiti.
La fatica di ricominciare, nell'incertezza del futuro, affidandosi solo a Lui..il Signore, che piano piano comincia a chiamarla a sé, alla sua sequela.
Lei subito non capisce, non vuole ascoltare,perchè spaventata, poi riconosce il quel “seguimi” il Suo volere, nel servizio ai poveri, ai piccoli, agli ultimi.
Oggi quella ragazza,di nome Egidia,che scelse di seguire Gesù lasciando tutto, 
è una delle responsabili delle case Amahoro, quella di Bare.

So che vi state chiedendo il motivo per il quale vi ho raccontato qs storia.
Semplicemente credo che rappresenti bene quel segno che Don Gigi Guglielmi fondatore del progetto, voleva fossero le case.
E soprattutto perchè impersona la verità di una “testimone di Dio,e missionaria di pace”.

Durante quest'anno,la fatica di apprendere due lingue, mi ha aiutato però a costruire relazioni nuove, relazioni vere,
con chi ci viveva accanto, laddove i legami d'amicizia e solidarietà fra persone, erano state uccisi e sepolti insieme ai corpi di quasi un milione di vittime.
Un piccolo aspetto dei tanti doni ricevuti in quella terra,che questa sera condivido con voi,
nella bellezza che porta l'incarnarsi sentendosi parte di una famiglia,
come lo sono state per noi le case Amahoro.




giovedì 13 ottobre 2011

Ho perso il conto delle volte che l'ho fatta:
al mattino presto avvolto  nella nebbia di nuvole  basse,
di giorno con la vita che ne riempie i bordi, 
con quegli uomini lenti che spingono biciclette colme di tutto
e la sera tardi nelle luci fioche di candele artigianali,
ma ogni volta è lo stesso stupore.
Come se la mente resettasse,
per lasciarsi meravigliare ancora.
Si perchè la strada che ti porta da Kibungo a Bare
è un pò simbolo del Rwanda.
Sterrata e segnata dalle pioggie gonfie,
corre in mezzo a colline vestite di bananeti e fagioli:
Don Gigi voleva che le case fossero segno nascosto.
Come quella casa, isolata,
"abbracciata alla parrocchia"
quasi al di là del confine,
che devi andare a stanare, tanto è lontana.
Quella strada dove ci sono ancora casette di terra,
storte e stanche, che il governo non vuole più vedere.
Li può guardare in faccia il paese;
Quei metri,in Toyota
spostandomi fra le tre case,
mi hanno messo tra le mani questa terra.
E nel ringraziare nella preghiera
il Rwanda dei suoi tanti doni,
chiedo scusa per le volte che passando
"ho alzato la polvere" nel cuore di questi nostri fratelli.


Matayo

martedì 30 agosto 2011

scelta di famiglia...

..si perchè non è più il volontario
che desidera "scendere" solo,
ma la brama di una condivisione 
sempre più piena nella bellezza del matrimonio.
Scelta di famiglia che si rinnova dai tempi
di Gianmarco e la Patti;
Scelta di famiglia che qui
nelle vostre case Amahoro abbiamo
respirato a pieni polmoni...
non scontata per chi avrebbe potuto
spendere questi giorni di riposo diversamente.
Scelta di famiglia per incontrare
il Gruppo Padre Tiziano
che come noi è in missione in un modo altro.
Per continuare a camminare come fratelli 
nella terra amata del Rwanda.
Scelta di famiglia per sentire 
parte di quella famiglia missionaria 
che è la diocesi di Reggio Emilia.
Scelta di famiglia, 
l'attenzione ai piccoli,
che diventa stile di vita.
A voi, scelta di famiglia, Grazie.









sabato 20 agosto 2011

ed è un po come se ti fosse stata data un'altra possibilità....


...quando qualcuno che ami, profondamente, ti lascia.. è un pò come se il tuo corpo smettesse di essere tuo..la tua mente smettesse di pensare...come se le tue mani smettessero di afferrare di stringere e i piedi..di puzzare... quando qualcuno che ami ti lascia, sul serio..è un pò come se morissi un pò, anche tu...ed è un pò, come se vivessi..una vita nuova però...quella di un altro..e tu guardassi alla tua come un film...
è come se la terra ti venisse a mancare da sotto i piedi..a volte come se si sgretolasse.. a volte è come nei cartoni,quando una botola si apre sotto di te nel nulla,all'improvviso....a volte, all'improvviso è la notte..a volte, all'improvviso è prendere la macchina e girare e girare e girare...
quando la tua mente si riconnette su un pensiero..il pensiero è quello! fisso..è quella persona....e le domande si sprecano...le domande..ti uccidono...quanto l'hai amata, questa persona...?..quanto lei hai dato?..quanto le hai dimostrato..? quanta riconoscenza, quanto affetto, quante parole e quanti gesti..veri, sinceri..hai fatto per lei? finchè il tuo amato era al tuo fianco, hai fatto il possibile per renderlo felice?..finchè eravate insieme hai davvero lottato con lui ogni giorno per raggiungere il bene?...
...la vita ti da..la vita ti toglie... a me, come a tanti purtroppo, ha dato e tolto, tanto!
...e stare a galla in questo vortice è davvero dura...far finta di star bene a volte, è più difficile che star male..che di voglia di ringraziare proprio non ne hai..che l'incazzo che hai dentro ti rode il fegato..e sopravvivere al proprio dolore a volte ti sembra impossibile...rispondere alle attese degli altri è impensabile...ogni sforzo, in un senso o in un altro, è contro natura...
e come un bambino impari da zero...cadi cadi cadi...e poi ti rialzi e riprovi a fare il passo..uno alla volta...
e come un bambino non hai risposte..le uniche domande a cui basterebbe rispondere, obbiettivamente, sono quelle della tua mente..ma...non si può...perchè, se anche davvero avessi fatto tutto ciò che in quel momento era in tuo potere...l'unica risposta che riesci a tirar fuori è che..avresti potuto fare di meglio per lei..e a spot saltano fuori mille immagini di quando e quanto avresti potuto fare per amor suo...
e allora...in questa nuova vita in cui ti devi riinventare, in cui devi ritrovare te stesso, in cui il tuo cammino sembra non appartenerti più...proprio adesso, qui ed ora, ha senso sembrare ed essere ancora piu fuori di prima, semmai...e tirare fuori dalla propria mente tutto ciò che passa...ogni pensiero ogni sospiro ogni emozione...e comunicarlo all'altro...allo sconosciuto che incontri per strada, all'amico cambiato, al conoscente ritrovato...
non potrai mai sapere se al tuo amato hai dato tutto il meglio di te per renderlo felice... ma sicuramente, da adesso in poi, puoi dare l'anche di più a chi ti circonda... e magari chissà, che in questa follia, tu non riesca a sparare la cosa giusta al momento giusto...chissà che tu non riesca a dare un pò di sollievo a qualcuno, che senza saperlo, è in un periodo particolare...
chissà, allora, che forse, il perchè di questa perdita non stia proprio in questo: nel farti tirare fuori il meglio nell'Amare l'altro..Chiunque Altro...e nel tendere con lui alla vera Felicità...
ciò che magari non hai fatto prima...lo puoi sicuramente fare ora...

domenica 19 giugno 2011

Tempo di Battesimi...


...accompagnando l'abbè
in una centrale sperduta nella foresta.
Occasione preziosa in quell'unica sortita annuale.
Tempo di Battesimi,
quello di che durante la visita di Valentino,
abbiamo festeggiato a Mukarange.
Con i volontari e gli amici della casa.
Tempo di Battesimi,
perchè accanto al mio nome da alcuni giorni
c'è ne uno nuovo che mi hanno dato qui.
Tempo di Battesimi,
perchè se ti lasci “prendere”
non puoi non essere “iniziato”.
Tempo di Battesimi,
ogni volta che c'è un nuovo incontro,
nel rituale dei saluti.
Tempo di Battesimi,
quelli che proveranno Marco & Elisabetta
e poi don Roberto
nella loro prima volta in Rwanda.
Tempo di Battesimi,
nella piccola vita che presto metterà
al mondo Munezero.
E allora poi, a Dio piacendo,
sarà ancora tempo di...
Battesimi.

Matayo

domenica 24 aprile 2011

Pasika Nziza!


Pasqua,
sono gli occhi di Silvestri
che si svestono della cecità,
sono i due maggiori fratelli di Birari
che ritornano per visitarlo.
Pasqua è il sorriso di un operaio
per la figlia appena nata.
Pasqua è il Karibu Karibu
ad un nuovo ospite che arriva,
è il bene immenso che don Daniele
vuole a questi poveri.
Pasqua è il dono di ritrovarsi
insieme a far festa,
volontari e malati tutti,
è il Battesimo che presto
abbraccerà Adelina e Petero.
Pasqua è vedere l'abbé
che dedica tempo ai piccoli,
è rendere grazie per essere qui.
Pasqua è il Cristo rwandese
con le braccia allungate
per accogliere tutti i suoi figli.
Pasqua è una corsa.
di quelle che quando ti fermi,
hai la sensazione di non riuscire più a respirare.
E allora i polmoni si allargano, per fare spazio.
Così sia il nostro cuore, sull'orlo di scoppiare,
ma poi capace di farsi più grande per aprirsi all'altro.

Buona Pasqua a ciascuno!

Matayo

mercoledì 6 aprile 2011

PER NON DIMENTICARE



Aprile,
qui è un mese diverso dagli altri.
E' il mese del ricordo.
Il ricordo del genocidio.
17 anni possono essere tanti,
ma sono anche pochissimi.
E domani è il sette.
Non si lavora, tutto si ferma.
Sarà silenzio.
Qui a Bare piove ogni mattina:
in questi giorni mi è capitato spesso
di sostare sotto il portico e di pensare
a ciò che che è successo
nel paese delle mille colline.
mentre l'acqua scendeva copiosa...
Sarà un giovedì questo 7 aprile.
Celebreremo la messa in casa,
per ricordare chi non c'è più,
e chi c'è ancora con tutte le sue ferite.
Ci sono stati e ci sono rigurgiti
di violenza e vendette.
Continua a piovere,
poi, però scosto lo sguardo,
circondato dai bimbi di casa
che cominciano a vivere un nuovo giorno,
emblema di quel segno di pace
che invocava don Gigi.
Ricominciare è possibile
scegliendo quel perdono,
che vogliamo testimoniare
come gruppo Amahoro.

Matte


giovedì 17 marzo 2011

Essere visitati..

E' stata una visita attesa:
per il desiderio di incontrarsi e camminare insieme.
E' stata una visita di conoscenza:
nell'incontro con Gabriele e Giancarlo
che ci ha permesso di avvicinarci, apririci e donarci.
E' stata una visita di verifica:
per capire se il modo di stare qui è quel segno
che don Gigi ci chiedeva, e ci chiede di essere ancora oggi.
E' stata una visita di servizio:
nell'accompagnare e nel tradurre per facilitare
la comprensione e la condivisione.
E' stata una visita di scoperta:
nel rivedere le case con i loro occhi curiosi,
e nello stupore del percorrere nuovi angoli di Rwanda.
E' stata una visita di fatica,
nella formalità di certi passaggi,e nella pienezza delle giornate.
E' stata una visita di ricerca:
per raccogliere nuovi spunti e nuove suggestioni,
nel cammino di discernimento e di scambio tra chiese.
E' stata una visita salutare:
per ripartire nella quotidianità con nuovi entusiasmi.
E' stata una visita vissuta:
nelle relazioni come nei silenzi,
riconoscendoci piccoli, ma desiderosi di spenderci.

matte

venerdì 11 febbraio 2011

Murote Imana...

Un'occhiata al calendario e
ci accorgiamo che manca poco..
Il desiderio di condividere è davvero tanto,
l'arrivo di Gabriele insieme a Giancarlo è atteso.
E con voi, questa sera prima di riposare,
condivido pensieri disordinati
Sento un po' la fatica di questi ultimi tre giorni:
i lavori richiedono tante energie, fisiche e mentali.
Seguire due cantieri, la contabilità,
le piccole e grandi decisioni ecc..
tutte insieme non sono certo facili.
e poi c'è l'acqua che il cielo
tiene stretta gelosamente a sé,
a rendere tutto un po' più difficile.
Così domani, liberando “l'agenda”,
lo trascorrerò in casa, fermandomi,
cercando quel riposo
che trovo solo nel fare i servizi più semplici,
insieme agli ospiti, ai poveri,
il vero ed unico motivo del mio essere qui.
Murote Imana, sognate Dio..

mercoledì 2 febbraio 2011


Ho incontrato Roberto solo una volta.
Proprio prima di partire per la missione,
all'aeroporto di Bologna insieme a Chiara,
la sorella più piccola, ma già grande.
Lo ricordo premuroso, e discreto;
e mi piace ripensarlo con quello sguardo
fisso sulla Vale, pronta a ri-percorrere
quel cammino già intrapreso in Albania,
e oggi in Rwanda.
E anche noi qui, domani alle 15,
nella S. Messa che celebreremo
insieme nella casa di Bare,
saluteremo Roberto:
si pregherà per lui, per la Vale,
e per la sua famiglia,
in comunione con Voi,
e con tutte le missione reggiane.



venerdì 21 gennaio 2011

eventi...22 gennaio rientro di valentina....
...ma che....di evento è?????
per me non lo è per niente. per le motivazioni che mi spingono a rientrare, per le motivazioni che ho di stare.
in tutta sincerità e in esaltazione di egoismo, in questi giorni non sono molto simpatica.
sarà per colpa de "La cosa", con cui da settimane condivido la pelle. sarà che non piove da giorni e qui ormai la mia metereopatia si manifesta al contrario. sarà, più semplicemente, perchè sono ancora brava solo a parole, che la teoria la so benissimo, ma che poi, a fatti, certe cose mi fanno male. le domande da dentro bruciano l'attimo tanto veloci nascono. affidarsi e accettare le cose anche se non si capiscono. quanto ho desiderato una chiamata, si, una telefonata da Dio stesso. oggi, sempre. per me è davvero difficile capire i segni. cioè, non li capisco mai. e allora, soprattutto questa settimana, in cui "l'evento" è stato deciso in un istante, è stato difficile farsi da parte e capire. e mi vergogno un sacco, perchè questa "mia" nuova terra mi sta insegnando davvero tante cose...mhhmm cavoli...devo essere proprio dura a capire... e dura sarà portare il cuore dove si hanno i piedi. farò del mio meglio, anche stavolta, per affidarsi e amare, prima ancora di aver compreso...lasciando temporaneamente un progetto Amahoro per un altro: in Italia, a casa con la mia famiglia. nulla viene a caso, il Signore sa. ennesimo esame...chissà, forse stavolta lo passo e mi chiama per farmi i complimenti!!!
e allora.... Italia arrivo...Rwanda ndazagaruka wuba!!!!!!!

grazie a tutti per le preghiere e la pazienza, grazie alle Case e ai loro bimbi, al cmd, al gruppo Amahoro, agli Abbè e anche ai muratori di Mukarange (che ho costretto a piangere e pregare per me dispiaciuti della mia partenza...!!!)


vale

Grazie..

Grazie.
A chi l'ha pensata.
La PIZZATA..
A chi l'ha desiderata.
E a chi l'ha resa possibile.
Grazie a chi ha donato il suo tempo,
perchè l'evento andasse
oltre ogni aspettativa.
Grazie a chi ci ha creduto.
Grazie a chi ha passato la voce,
a chi ha invitato un amico,
a chi ci ha portato tutta la famiglia.
Grazie a chi ha saputo aspettare,
a chi è andato via,
a chi non ha trovato posto,
e a chi voleva esserci ma non ha potuto.
Grazie alle mani che l'hanno impastata,
con fatica e sudore,
volti conosciuti che ricordo con affetto;
Grazie a quelle che l'hanno portata ai tavoli,
perchè si potesse far festa.
Grazie a chi è venuto da lontano,
a chi da più vicino.
Grazie a chi vuol bene al Progetto Amahoro,
Grazie ad ognuno di Voi.


Matteo

domenica 9 gennaio 2011

bramavo tornare...

Quache giorno lontani per curarsi,
perchè anche fare attenzione
alla propria salute è servizio.
E mentre fuori piove a catinelle
pensavo che...
Mi sono mancate le case.
ma tanto, tanto.
i profumi, e gli odori forti.
le risate e i capricci dei bambini.
quel nostro francese arrangiato,
e il tortuoso ikinyarwanda.
mi è mancata l'acqua nel secchio,
il sorgo che si infila
sotto la porta della mia stanza,
e sentirlo scricchiolare sotto i piedi.
Mi è manca la luce delle 5,
che ti butta giù dal letto la mattina
e mi è mancato salutare tutti,
facendo un passo nel cortile.
Mi sono mancate le emozioni forti,
e mi è mancato fare fatica.
Mi è mancata la preghiera,
comunitaria e personale,
nelle piccole cappelle.
Mi è mancato chiudere gli occhi,
mentre mani esperte
suonano il tamburo.
Mi è mancato asciugare i piatti,
sudare nel fare bucato,
Mi è mancato fare un salto in camera,
ma con la possibilità di uscire subito
e di stare con loro di nuovo.
Ma ora siamo tornati...


matte

lunedì 3 gennaio 2011

semplicemente...scrivo

Scrivo di quella casa più lontana, di quella, forse per la distanza, più silenziosa.
Scrivo di quella più giovane, per l'età degli ospiti, perchè ultima nata in “casa Amahoro”.
Scrivo di quella casa, quella di Bare, dove abbiamo passato la sera di Natale, e gli ultimi giorni dell'anno. Di questo anno così ricco di emozioni e regali.
Scrivo del nostro arrivo. Bedo, Marzia, Damascen e io. Scrivo delle urla dei bambini di casa nel nostro scendere dall'auto. Della gioia, dell'emozione dei loro occhi scuri che brillano nella notte. Come stelle.
Scrivo del nostro mancare qui da sole tre settimane e della sensazione che 21 gg siano un'eternità.
Scrivo dell'inzoga spacciatami per succo, condivisa coi più grandi continuando a condividere la Festa. Una Festa così bella che vorresti non finisse mai.
Scrivo della diversità delle tre responsabili e dei loro carismi così essenziali in questa famiglia.
Scrivo dell'andare finalmente nei campi. Della bellezza della condivisione del lavoro. Della delicatezza, di chi questo lavoro lo fa da sempre, nello spiegarci come fare. Nel chiederci di riposare.
Scrivo della grandezza che c'è nel riscoprire Madre Terra. Nel desiderio di accettare i suoi doni senza farle male.
Scrivo delle partite a calcio, in infradito tra i sassi. Tra le risate dei bimbi. Tra i passanti che tagliano i loro cammini attraverso il nostro cortile.
Scrivo del lavarci piedi e vestiti in cortile, insieme, con acqua di cielo, con acqua di cisterna.
Scrivo delle fatiche di non capire bene ciò che avviene a casa Italia, dell'interrogarmi sul da farsi.
Scrivo di una telefonata di due amici compagni guide del cammino. Scrivo dei Segni di Dio.
Scrivo del mio abbandonare sul finire dei pasti, il tavolo “dei grandi”, per infilarmi in quello dei bimbi. I Grandi di casa. L'anima di casa. Scrivo delle risate con loro, degli scherzi, delle coccole, degli sguardi. Dell'inventare discorsi in kinjarwanda per farli divertire.
Scrivo di innumerevoli insegnanti di percussioni. Che ti danno la carica di provare ancora anche se tu, dopo ore di prove, rimani comunque l'essere meno “ritmato” della terra.
Scrivo della magia di vespri illuminati da candele. Di brividi che ti attraversano mentre battendo le mani, durante un canto al Signore, senti il tuo nome. Senti che il Signore viene ringraziato per il dono di Te. Scrivo della naturalezza che c'è, a quel punto,nell'alzarti e nell'iniziare a danzare. Anche tu.Come se l'avessi sempre fatto.

Scrivo dell'Amore.
Che ancora una volta è tra le mie mani. Gratuitamente.


che sia anche nelle vostre mani
buon 2011

vale