Atterati di sera. Col buio pesto.
Ma con il cuore pieno di gioia.
Odette insieme ad un ragazzo,
autista per l'occasione,ci accoglie festante.
Immortaliamo il momento.e poi via. La strada è buona,
l'asfalto scorre veloce, e in un ora e mezza siamo a casa...
nella nostra nuova casa dove una grossa cisterna domina il cortile.
L'edificio, a forma di L quasi l'abbraccia.
Stringiamo mani, udiamo voci, ma non capiamo nulla.
intravediamo volti nuovi, diversi.
I sorrisi però, sono gli stessi, conosciuti.
Un cena veloce, e poi in camera, sobria ma accogliente:
c'è odore di vernice,
per il nostro arrivo, bramato, un gesto d'attenzione,
il ridipingere.
C'è la candela, un letto grande.
Crollo, anche se l'adrenalina percorre
tutto il mio corpo,più e più volte.
La Messa in parrocchia è alle 10.30:
fa caldo, e siamo super stretti nelle mini-panchine.
Mi sento tremendamente osservato, pur sapendo che qui,
l'altro sono io: cerco rifugio nel seguire la liturgia
ma il kiniyarwanda, è impenetrabile.
Poi un applauso.
Fragoroso.
Inaspettato.
E' il momento della Consacrazione!
Quasi senza accorgermene mi unisco.
Un applauso per ringraziare.
Un applauso per benedire.
Un applauso per cominciare.
Insieme a voi questo cammino.
Matte
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