giovedì 13 ottobre 2011

Ho perso il conto delle volte che l'ho fatta:
al mattino presto avvolto  nella nebbia di nuvole  basse,
di giorno con la vita che ne riempie i bordi, 
con quegli uomini lenti che spingono biciclette colme di tutto
e la sera tardi nelle luci fioche di candele artigianali,
ma ogni volta è lo stesso stupore.
Come se la mente resettasse,
per lasciarsi meravigliare ancora.
Si perchè la strada che ti porta da Kibungo a Bare
è un pò simbolo del Rwanda.
Sterrata e segnata dalle pioggie gonfie,
corre in mezzo a colline vestite di bananeti e fagioli:
Don Gigi voleva che le case fossero segno nascosto.
Come quella casa, isolata,
"abbracciata alla parrocchia"
quasi al di là del confine,
che devi andare a stanare, tanto è lontana.
Quella strada dove ci sono ancora casette di terra,
storte e stanche, che il governo non vuole più vedere.
Li può guardare in faccia il paese;
Quei metri,in Toyota
spostandomi fra le tre case,
mi hanno messo tra le mani questa terra.
E nel ringraziare nella preghiera
il Rwanda dei suoi tanti doni,
chiedo scusa per le volte che passando
"ho alzato la polvere" nel cuore di questi nostri fratelli.


Matayo

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